«Tornare alla Scala è un regalo, è una gioia: sono più di 25 anni che canto. La sfida di Giovanna d’Arco come opera inaugurale è un esempio di quello che si deve fare: scegliere un repertorio che non si fa spesso, ma che è un gioiello e mette tutti nella stessa difficoltà». Così carlos Alvazrez racconta come affronta la sfida della Prima del 7 dicembre. «Sono lieto di fare parte di questa equipe: mi sento un operaio dell’opera, mi alzo con l’idea che questo lavoro è importante ogni giorno, da quando abbiamo iniziato le prove». E del maestro Chailly dice: «E’ una gioia lavorare con lui, ha molta cura dello spartito, vuole fare musica con senso scenico e drammatico, ogni sfumatura dello spartito è per lui importante. Trasmette questo messaggio, che sarebbe stato il desiderio di Verdi».