Milano, 1 ago. (askanews) - "Ipnotizzanti", così gli scienziati hanno definito le prime immagini di stelle, galassie, ammassi stellari e nebulose inviate dal telescopio spaziale europeo Euclid. Fotografie di una nitidezza mai vista prima riprese dai due strumenti appena accesi: VIS (VISible Instrument) e NISP (Near Infrared Spectrometer Photometer) entrambi ancora in fase di calibrazione e con un forte contributo italiano, realizzati in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).In realtà mancano ancora un paio di mesi prima che Euclid - partito dalla base Nasa di Cape Canaveral il primo luglio 2023, con un razzo Falcon 9 di Space X - cominci a fornire la sua vera nuova visione del cosmo. Però, queste prime immagini sono un "aperitivo" incoraggiante per scienziati e ingegneri convinti, ora più che mai, che il satellite raggiungerà gli obiettivi scientifici per cui è stato progettato.Una volta calibrato completamente, il telescopio osserverà miliardi di galassie per creare la più grande mappa in 3D del cielo mai vista prima.Il VIS (VISible Instrument) scatterà foto super nitide delle galassie nello spettro visibile per misurarne la forma e, da queste prime immagini, già s'intuiscono le potenzialità dello strumento, puntato in un'area di cielo che copre solo circa un quarto della larghezza e dell'altezza della Luna piena.Lo strumento NISP (Near-Infrared Spectrometer and Photometer), invece, fotografa le galassie nella luce infrarossa e ne misura la quantità di luce a varie lunghezze d'onda per capire quanto ciascuna di esse sia lontana.Combinando le informazioni, saremo in grado di mappare come le galassie sono distribuite nell'Universo e come questa distribuzione cambi nel tempo, comprendendo meglio anche la materia oscura (che interagisce gravitazionalmente con la materia ordinaria) e l'energia oscura (che causa l'attuale accelerazione dell'espansione dell'Universo).In Euclid sono coinvolti oltre 200 scienziati italiani, appartenenti all'ASI, all'INAF, all'INFN e università come Bologna, Ferrara, Genova, Trieste, la Statale di Milano, Roma Tre, SISSA e CISAS ed è coinvolta anche l'industria aerospaziale italiana con Leonardo che ha realizzato tre importanti sottosistemi per l'alimentazione e il puntamento fine del telescopio.