Milano, 27 lug. (askanews) - Sono oltre 600mila le persone in Lombardia che convivono con una diagnosi di cancro, con 60mila nuovi casi solo nel 2019. Per migliorare il percorso di cure e la loro qualità di vita, anche di chi gli sta attorno, rinasce su impulso delle Associazioni dei pazienti l'intergruppo consigliare regionale, composto da tutte le forze politiche di magioranza e di opposizione, ricostituito nell'ambito del Gruppo "La salute, un bene da difendere, un diritto da promuovere", al quale aderiscono 45 associazioni impegnate nella tutela dei diritti dei pazienti oncologici e onco-ematologici. Le coordina la presidente dell'Associazione Salute Donna Anna Mancuso, che spiega così il ruolo delle associazioni: "Sono il barometro, perché vivendo all'interno degli ospedali, sia come pazienti, sia come volontari, riusciamo a cogliere ibisogni, i disagi. Inizieremo a fare dei tavoli per raccontare alla politica quello che le associazioni vivono all'interno degli ospedali, i punti diforza, i punti di debolezza".Uno dei tanti obiettivi è di avere nell'equipe medica uno psicologo. "Uno psico oncologo. La psico oncologia non è ancora riconosciuta come disciplina, ma dovrebbe esserlo. Perché èdiverso lavorare come psicologo in una sala parto o in ospedale in generale. la psico oncologia è una cosa particolare perché le persone devono confrontarsi con la paura della morte.A a volte il cancro non uccide, ma uccide la mente, quindi bisogna aiutare queste persone a capire che la vita continua. e che le paure Si possono gestire. E qui c'è proprio bisogno di un lavoro che vada nel profondo".Qual è un punto che va assolutamente migliorato, sul qualebisogna lavorare tutti insieme? "Sono le liste d'attesa. E' importantissimo arrivare subito, arrivare in tempo. perché di cancro Si muore, quando non Si arriva in tempo. quando Si arriva in tempo invece Si sopravvive".A fare da collettore delle esigenze e dei bisogni di pazienti e addetti ai lavori il nuovo intergruppo consiliare che si è formato in Regione Lombardia, coordinato da Gigliola Spelzini, che ne spiega così la funzione: "Innanzitutto dà la possibilità di interagire a portatori d'interesse diversi che sono le associazioni, le istituzioni, i tecnici, i medici. Questo è fondamentale perché ogni ruolo all'interno di questo intergruppo fa sì che competenze diverse, esperienze diverse, possano interagire per arrivare a istanze importanti da portare all'attenzione della Giunta regionale per far sì che la vita quotidiana, il percorso di cura, le diagnosi, vengano migliorate per quanto riguarda i pazienti oncologici".La direzione è verso una sanità più partecipativa. "Questo vuol dire fare rete, avere una visione sistemica e far sì che tutti i contesti possano partecipare, anche a livello di programmazione sanitaria, nel portare le loro istanze, perché la sanità deve essere effettivamente vicina ai bisogni dei pazienti ma per fare questo deve ascoltare i pazienti. E qui con le associazioni che rappresentano questo può essere fatto".