Parma, 14 lug. (askanews) - Che cosa vediamo quando guardiamo fuori dalla finestra? Cosa cresciamo nei nostri territori? Come utilizziamo l'acqua per vivere assieme? Sono i temi che interpellano sempre di più le comunità locali, gli amministratori e chi è chiamato a intervenire a seguito di una crisi. Il caso più recente è quello dell'alluvione che ha colpito la Romagna. A Parma, dove è in corso la prima edizione delle Giornate dell'Acqua promosse dall'Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e dall'associazione nazionale per il clima Globe, tecnici e politici si confrontano per fare fronte comune contro la crisi e i cambiamenti climatici.Il presidente di Fondazione Sviluppo sostenibile, Edo Ronchi. "Bisogna affrontarlo, è un cambiamento necessario, purtroppo ha dei costi che però sono cento volte inferiori ai costi che dovremmo sostenere se questo cambiamento dovesse fallire, cioè non dovessimo riuscire a mitigare questa crisi e non riuscissimo a introdurre le misure di adattamento".Un problema fondamentalmente civico, che richiede l'ingaggio di tutti, come ha ricordato il professore associato ad Oxford, Giulio Boccaletti."Non ci si può solo girare verso gli esperti e chiedere loro di risolvere il problema cosicché possiamo tornare ad ignorarlo. Questo è un problema fondamentalmente politico. Il sistema e il clima stanno cambiando, sollecita le infrastrutture in modo diverso e ci richiede di trasformare non solo le infrastrutture ma anche come utilizziamo il territorio".Dall'agricoltura alla pulizia dei fiumi, dalla gestione delle emergenze al diritto dell'alimentazione, sono stati i temi dibattuti durante i lavori in plenaria e nei laboratori. Il segretario generale dell'Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po, Alessandro Bratti. "Su temi complessi si è riusciti a tenere un livello tecnico molto elevato, nel contempo con un linguaggio fruibile ai più. Tra l'altro sono anche emersi degli indirizzi e delle proposte che noi terremo conto nella fase di pianificazione".