Milano, 6 lug. (askanews) - L'arresto cardiaco improvviso è un'epidemia silenziosa che ogni anno uccide 60 mila persone in Italia. Intervenire in tempo, con una manovra di rianimazione cardiopolmonare e l'utilizzo di defibrillatori automatici o semiautomatici esterni (Dae) nei primi 3 - massimo 5 minuti, è decisivo e può contribuire a salvare fino al 70% delle persone colpite. Calcolatrice alla mano, 42 mila italiani ogni anno. Una distribuzione capillare di defibillatori sul territorio e un elevato numero di soccorritori laici certificati, pronti a intervenire in caso di emergenza, può fare la differenza, come testimonia il caso della Lombardia."In Lombardia siamo messi molto bene - racconta ad askanews Stefano Sironi, Direttore Struttura Formazione Sanitaria di Areu -. Due numeri per capirci: dal 2016 al 30 giugno del 2023, quindi qualche giorno fa, abbiamo formato 315 mila operatori in grado di effettuare le manovre di rianimazione cardiopolmonare che defribillazione. E' una percentuale notevole, importante, stiamo parlando di più del 3% della popolazione lombarda"."Il corso - aggiunge Sironi - è un corso molto semplice, dura al massimo 5 ore per la popolazione laica: vengono insegnate le manovre, viene insegnato l'approccio al sistema di emergenza ospedaliero, viene insegnato come utilizzare il defibrillatore in sicurezza, ormai i defibrillatori che vengono utilizzati sono molto sicuri, sia per il riconoscimento di una fibrillazione ventricolare, del ritmo che può essere defribillabile, che invece le manovre stesse di rianimazione".Per numero di defibrillatori presenti sul territorio e di operatori laici certificati, la Lombardia è dunque un modello virtuoso: "E' indiscutibilmente un'eccellenza - ci conferma Direttore Struttura Formazione Sanitaria di Areu - sia in ambito italiano, pur con anche altre Regioni che stanno lavorando moltissimo, e anche in ambito europeo ci assestiamo sotto questo profilo indiscutibilmente tra le più virtuose come dicevo prima nell'ambito della rianimazione cardiopolmonare e della diffusione della defibrillazione".Accanto alla formazione dei soccorritori, un ruolo decisivo lo giocano i nuovi defibrillatori di ultimissima generazione, come quelli progettati e prodotti dall'azienda toscana Emd112: l'utilizzo è così semplice e intuitivo da essere paragonati a elettrodomestici."E' una definizione che noi cerchiamo di portare avanti per far capire la semplicità del prodotto - ci spiega Simone Madiai, Ceo della società -. Non commette errori, perchè ha degli algoritmi interni che gli permettono di fare un'analisi del ritmo cardiaco, e di prepararsi per la scarica solo se è necessario. Quindi il soccorritore non deve sapere troppo, deve seguire le istruizioni del Dae. Se dirà scarichiamo, scarichiamo. Altrimenti non premiamo quel pulsante perchè non c'è necessità di farlo. E quel pulsante non è armato: quindi non rilascerà mai una scarica per errore".Strumenti che permettono a ciascuno di noi di salvare una vita:"E' un'operazione semplice, il Dae è se vogliamo anche banale, quindi non è molto complesso da utilizzare - sottolinea ancora il Ceo di Emd112 - Chiunque può utilizzarlo senza difficoltà perchè è davvero molto, molto semplice".