Le amministrative nell'Isola coinvolgono oggi e domani quattro capoluoghi di provincia, ovvero Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani, e altri 11 grossi centri, ossia Licata, Aci Sant’Antonio, Acireale, Belpasso, Biancavilla, Gravina di Catania, Mascalucia, Piazza Armerina, Comiso, Modica, Carlentini. Complessivamente in Sicilia le elezioni riguardano 128 comuni, e sono un banco di prova per la tenuta del governo Schifani, ma anche per misurare il peso dei singoli partiti all'interno delle coailizioni.
Riflettori accesi soprattutto su Catania, un vero e proprio test nazionale se si considera che negli ultimi giorni i maggiori esponenti della politica hanno fatto tappa ai piedi dell'Etna per sostenere i candidati nella corsa alla carica di sindaco. Tutte regolarmente aperte e operative dalle 7 di questa mattina le 336 sezioni elettorali pronte ad ospitare i 260.240 aventi diritto al voto. Sette i candidati alla carica di primo cittadino e 19 liste: Enrico Trantino, Maurizio Caserta, Gabriele Savoca, Lanfranco Zappalà, Giuseppe Giuffrida, Giuseppe Lipera, Vincenzo Drago.
A Catania il partito della premier Giorgia Meloni punta alla vittoria con l’avvocato Enrico Trantino, sostenuto da tutti i partiti della coalizione. Le amministrative in città sono un test anche per misurare il peso della Lega di Luca Sammartino e di Forza Italia del presidente della Regione Schifani che punta alla doppia cifra.
In corso le operazioni di voto anche a Trapani (nel video i seggi aperti nella scuola Giovanni Verga nel centro storico). Sono 45.470 gli elettori, suddivisi in 23.998 donne e 21.472 uomini; 67 invece le sezioni distribuite per tutto il territorio comunale dove fino alle 15 di domani (lunedì) sarà possibile esprimere il proprio gradimento presentando documento d’identità in corso di validità oltre alla scheda elettorale. Quattro i candidati a sindaco di Trapani. L'uscente Giacomo Tranchida, Maurizio Miceli, Anna Garuccio e Francesco Brillante.
Quella di Trapani è una prova per valutare la tenuta del governo Schifani. Il centrodestra, infatti, è arrivato diviso all'appuntamento elettorale. A provocare polemiche e tensioni è stata la scelta della lista composta dai fedelissimi dell'assessore regionale leghista Mimmo Turano che sostengono l'uscente Giacomo Tranchida e non il candidato sindaco meloniano Maurizio Miceli.