Milano, 25 mag. (askanews) - Il valore dell'intercultura come proposta pedagogica capace di accelerare l'internazionalizzazione della scuola italiana e facilitare l'apertura delle giovani generazioni verso le altre culture, puntando sulla conoscenza e sul rispetto delle diversità. Questi i temi al centro di "Moving minds! Global education for the young people", evento che si è svolto al Centro Congressi di Intesa Sanpaolo a Palazzo Belgioioso a Milano. All'incontro è intervenuto, tra gli altri, il segretario generale della Fondazione Intercultura, Roberto Ruffino."Intercultura - ha spiegato ad askanews - è l'organizzazione che ha inventato gli scambi scolastici internazionali settant'anni fa. Mandiamo ragazzi di 16-17 anni per un anno in 65, diversi, Paesi di tutto il mondo. Molti di loro vanno grazie a delle borse di studio, in parte finanziate da Intercultura stessa, in parte da aziende e Fondazioni che ci danno una mano perché pensano che sia interessante avere dei giovani italiani formati non soltanto all'interno della scuola italiana ma anche all'estero. Tra chi ci finanzia queste borse di studio da tanti anni c'è Banca Intesa a cui siamo molto grati perché "permette a decine di ragazzi, che altrimenti non avrebbero i mezzi per finanziarsi da soli un'esperienza del genere, di andare a studiare un anno all'estero durante il liceo".La partnership tra Intesa Sanpaolo e Intercultura prosegue da oltre 20 anni, durante i quali la banca ha sostenuto 800 studenti per il loro anno all'estero, accogliendo allo stesso tempo in Italia dei loro colleghi consentendogli di effettuare un percorso internazionale nel nostro Paese."Per Intesa Sanpaolo - ci ha detto Elisa Zambito Marsala, Responsabile Social Development and University Relations di Intesa Sanpaolo - la scuola italiana e le università rappresentano una priorità. "E tra le strategie che abbiamo messo in atto, il tema dell'internazionalizzazione delle scuole perchè ci aiuta a contribuire a percorsi formativi ma anche nell'arricchimento delle loro competenze trasversali, perché noi crediamo nella costruzione, nel supporto di quegli strumenti che consentono ai giovani di avere elementi per poter effettuare scelte sempre più consapevoli e individuare i percorsi che li accompagneranno nel loro futuro".Ma cosa dà di più ad un giovane una formazione internazionale? "Dà tanto - ci ha risposto Ruffino- dà sicurezza di sé prima di tutto, intraprendenza, voglia di fare e capire che uno ha più risorse di quelle che si immaginava di avere. Tutti pensano di andare all'estero a imparare una lingua, certo, si impara anche una lingua è ovvio, ma si impara soprattutto a cavarsela e questa è la cosa fondamentale per la vita".