«È una giornata di festa, ricordo ed impegno. È una festa divisa perché ci sono interessi diversi, noi abbiamo interesse a ricordare il valore di questa lotta con il suo significato, l’impegno di tanti italiani che hanno lottato per libertà. Gli altri, invece, ricordano chi è andato con Benito Mussolini, lottando al fianco di chi la democrazia non la voleva». Con una nota polemica Ottavio Terranova, presidente dell’Anpi Sicilia, associazione nazionale partigiani d’Italia, è intervenuto al Giardino Inglese di Palermo alla cerimonia per il 78esimo anniversario della Liberazione.
Come da tradizione, sono state deposte le corone di alloro sulla lapide che ricorda i fatti di Cefalonia e al cippo di Pompeo Colajanni, liberatore di Torino. «Oggi l’Italia è ulteriormente divisa perché c’è un governo di destra che continua a dire che nella costituzione non c’è l’antifascismo - ha aggiunto Terranova -. Abbiamo interesse a dare il significato giusto al 25 aprile».
Davide Faraone, deputato di Italia Viva ha contestato il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Credo fermamente che in questo Paese non esista forza politica che non sia contro il fascismo e che pensi che la libertà non sia un diritto acquisito e da preservare - sottolinea -. Dopo di che, ci sono alcune figure all’interno dei partiti che amano litigare per conquistare consenso sullo scontro ideologico e il presidente del Senato è uno di quelli che deve fare attenzione ad ogni parola che pronuncia, perché è la seconda carica dello Stato; dopo Mattarella c’è lui. Queste polemiche sono assolutamente fuori luogo. Oggi dobbiamo trovare unità e non divisione».
«Surreale questa narrazione divisiva - ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale Antimafia - è una data di identità nazionale e chi si richiama all’idea di nazione dovrebbe più di altri riconoscersi in quella che è la giornata degli italiani. Che ricordano chi ci ha ridato la libertà in questo Paese. É ridicolo quello a cui si assiste dopo quasi 80: una memoria con il torcicollo di chi non guarda al futuro ma ad un passato di cui l’Italia ha fatto bene a liberarsi». Cracolici ha poi proseguito sul concetto di liberazione per il territorio siciliano: «Come ha detto il vescovo di Palermo ieri, il fascismo è come la mafia. Ha determinato lutti, generato una violenza di Stato. La mafia ha cercato di imporre il suo modello: non ce l’ha fatta ma oggi più che mai bisogna tenere alta l’attenzione».
Per il sindaco Roberto Lagalla il 25 Aprile deve essere il ritorno «alla pacificazione e al superamento delle divisioni. Ciò che più importa è la tutela delle istituzioni, la difesa della libertà e il confronto sereno per quanto serrato all’interno della politica e della gestione della cosa pubblica». E ha glissato sull’assenza di rappresentanti del governo regionale: «Posso rispondere del governo comunale, che è qui convintamente presente. Non conosco i particolari di questa assenza ma non darei un risvolto politico strumentale».