Roma, 3 mar. (askanews) - Il ministro di Imprese e Made in Italy Adolfo Urso si dice ottimista sul dossier auto, dopo che il voto negativo annunciato dall'Italia sulla mesa al bando dei motori termici dal 2035 ha già avuto "un primo effetto". A margine della 41esima assemblea Legacoop a Roma, Urso rivendica che la mossa ha provocato un rinvio "sine die" del voto al Consiglio Ue e che ora "anche altri paesi si sono resi conto che non si può andare in un vicolo cieco".ITW Urso IN 02:09"Io sono ottimista - ha detto Urso - perché le prime reazioni sono davvero per alcuni sorprendenti. L'Italia, prendendo atto della realtà, così come si è modifica negli ultimi mesi, tra l'altro e non per ultimo con la decisione dell'amministrazione Biden di realizzare una politica industriale molto assertiva e competitiva, mettendo in campo quasi 2.000 miliardi di dollari sul proprio sistema industriale, con misure anche protezionistiche a cui l'Europa deve rispondere, per non essere schiacciata dalla sfida tra Stati Uniti e Cina; abbiamo, il governo Meloni, con intesa piena del ministro (di ambiente e sicurezza energetica Gilberto) Picchetto e del sottoscritto, espresso questa posizione netta in merito al regolamento che aveva già compiuto il percorso del trilogo Ue ed aver superato, seppure con qualche difficoltà, anche in questo caso sorprendente, il giudizio del Parlamento europeo"."Abbiamo detto no al regolamento CO2 sui veicoli leggeri perché siamo fautori, da sempre, di un approccio programmatico, quello che deve derivare dei fatti concreti, per esempio riteniamo che l'elettrico sia una tecnologia tra le tante, anche se forse la più significativa nel periodo della transizione ecologica, ma non è una religione. Bisogna anche guardare ad altre tecnologie, penso ai biocombustibili che possono dare gli stessi positivi effetti per quanto riguarda le regole ambientali che ci siamo dati. Per questo abbiamo espresso il nostro no, abbiamo anticipato il nostro no alla riunione del Coreper che si sarebbe dovuta realizzare mercoledì. Il nostro no ha svegliato l'Europa - ha rivendicato il ministro - la presidenza svedese ha deciso prima di rinviare ad oggi, cioè a venerdì, il punto all'ordine del giorno, poi consapevole che la riflessione si era ancora amplificata e aveva coinvolto più paesi ha deciso di togliere questo punto dall'ordine del giorno, rinviando sine die, a dimostrazione che la sveglia italiana avuto un primo effetto: quello di far capire all'Europa che nulla è scontato, che il destino delle imprese e del lavoro europeo è nelle nostre mani e che anche altri paesi si sono resi conto che non si può andare in un vicolo cieco, che ci porterebbe alla sottomissione alla tecnologia della Cina, che oggi sul green ha sostanzialmente un oligopolio".OUT 05:01