Roma, 3 mar. (askanews) - "Le persone che sono vicine a me, Giovanni Giovannetti e David Grieco, non hanno bisogno di presentazioni, regista e autore. Ho appena depositato al procuratore della Repubblica la nuova istanza di riapertura delle indagini preliminari sull'omicidio di Pier Paolo Pasolini, perché partiamo da un punto fermo che sono i tre Dna. Questa non è un'indagine che come nel 2009 partiva da zero. Noi grazie all'esame che avevamo richiesto nel 2009 e fatto nel 2010 dal Ris siamo arrivati a scoprire che Pino Pelosi non era solo quella notte all'idroscalo di Ostia, ci sono almeno tre tracce e fotografie di persone e questo è molto importante": così l'avvocato Stefano Maccioni, fuori dal Palazzo di Giustizia a Roma, dopo avere depositato una nuova istanza di centinaia di pagine - promossa assieme al regista e giornalista David Grieco e allo scrittore Giovanni Giovannetti - per la riapertura delle indagini sull'omicidio di Pier Paolo Pasolini, avvenuto il 2 novembre 1975 all'Idroscalo di Ostia."Dai tre Dna si parte, da qui si devono svolgere le indagini per arrivare a individuare a chi appartegano i 3 Dna. Nella prima indagine questo si è fatto parzialmente, sono stati esaminati circa 30 Dna, noi chiediamo che venga fatto un esame veramente più diffuso, partendo poi dalle dichiarazioni di Maurizio Abbatino (ex boss Banda della Magliana, oggi collaboratore di giustizia, ndr), il quale dà una giustificazione sul perché Pier Paolo Pasolini si fosse recato all'Idroscalo di Ostia. Non è lì per consumare un rapporto sessuale occasionale con Pino Pelosi, trovato, come dice Pino Pelosi per la prima volta alla stazione Termini, e questo non ci abbiamo mai creduto, perché sappiamo che la relazione tra Pino Pelosi, come riconosciuto dallo stesso, e Pier Paolo Pasolini andava avanti da vario tempo", ha aggiunto."Sappiamo quindi che Pino Pelosi non casualmente andò con Pier Paolo Pasolini all'Idroscalo di Ostia non per consumare un rapporto sessuale quanto per riottenere quelle pizze di Salò o le 120 giornate di Sodoma sottratte al regista e che il regista voleva riavere", ha sottolineato."E a cui teneva tantissimo, perché c'era il finale del film in quelle pizze lì", ha concluso Grieco.L'avvocato Maccioni già fece riaprire le indagini nel 2009. Nel dicembre del 2022, infatti, la Commissione antimafia ha reso noto di aver sentito Maurizio Abbatino in merito anche all'omicidio di Pasolini e lo stesso avrebbe dichiarato di aver effettuato il furto delle pizze del film Salò o le 120 giornate di Sodoma su commissione. Pasolini sarebbe stato quindi "attirato" all'Idroscalo di Ostia per riottenere quelle pizze in cambio di denaro. Secondo Maccioni si sono aperti nuovi ulteriori importanti scenari investigativi e per questo si chiede alla Magistratura di disporre la riapertura delle indagini per arrivare alla verità e sapere chi, come e perché è stato ucciso Pier Paolo Pasolini.