Roma, 15 dic. (askanews) -Gli scaffali delle farmacie di Pechino sono vuoti, scarseggiano i farmaci contro la febbre e il raffreddore. I casi di Covid sono aumentati nella capitale cinese dopo l'allentamento a livello nazionale della rigida politica zero Covid della Cina e la rinuncia al tracciamento a ogni costo."Non stiamo cercando di fare scorta di medicinali. Abbiamo bisogno di usarle subito, non è solo per fare scorta. Le abbiamo comprate perché siamo malati. Abbiamo il raffreddore. Mi fa male la gola e tossisco molto", dice Zhang, residente di Pechino.Ma altri cercano di acquistare farmaci in anticipo, da usare al bisogno. "Non ho preso il Covid ma ho comunque comprato delle medicine, perché il 90% dei miei colleghi è positivo ora. Dovrebbe andare bene. Sento che la situazione migliorerà presto dopo che tutti avranno preso il Covid. In realtà non c'è molto panico. Basta preparare qualche farmaco per sicurezza", afferma Chen, anche lui di Pechino.La decisione della Cina di abbandonare i test di massa e le quarantene dopo quasi tre anni di tentativi di debellare il virus, ha portato a un corrispondente calo dei contagi ufficialmente segnalati dopo il picco di novembre. Ma secondo molti ora la situazione è più difficile da gestire. Anche perché la Cina è indietro con i vaccini e milioni di anziani vulnerabili sono in pericolo.Ristoranti, negozi e parchi sono riaperti ma le strade sono in gran parte vuote e le aziende in difficoltà: il Covid-19 ha colpito la maggior parte del personale. Ci si lamenta dell'esaurimento delle medicine e delle lunghe file davanti a farmacie e cliniche. Il gigante cinese Baidu ha dichiarato che le ricerche di Ibuprofene online per ridurre la febbre sono aumentate del 430% nell'ultima settimana.