Roma, (askanews) - Aumenta il consumo di pesce tra gli italiani, in buona parte attenti alla provenienza del prodotto, ai sistemi di pesca adottati, all'impatto sull'ecosistema marino. Consumatori sensibili al tema della sostenibilità ma che lamentano una insufficiente informazione, soprattutto al momento dell'acquisto. È il quadro che emerge dalla ricerca "Gli italiani e il mondo della pesca tra sostenibilità, salubrità, informazione e disinformazione" promossa da UGL Agroalimentare e realizzata dall'istituto demoscopico Lab21.01. Per 8 italiani su 10 - ad esempio - è importante che i prodotti ittici acquistati non appartengano a specie sfruttate, il 72,4% predilige metodi di pesca artigianale, il 59,3% preferisce prodotti nazionali. L'indagine ha offerto lo spunto per riflettere sullo stato attuale della pesca e sul suo futuro anche alla luce della crisi energetica."Il problema fondamentale che dobbiamo rilevare - evidenzia Paolo Mattei, Segretario Nazionale UGL Agroalimentare - è che negli ultimi 50 anni si è raddoppiato il consumo del pesce: si è passati da 20 kg pro capite a circa il doppio. Questo comporta uno sfruttamento di tipo diverso dei nostri mari e quindi uno sfruttamento maggiore degli stock ittici. L'altro aspetto fondamentale che la pesca si trova ad affrontare, oltre ad aver avuto in questi ultimi anni un abbattimento fortissimo dei livelli occupazionali, è quello che stiamo vivendo oggi del caro gasolio che è diventato veramente un grosso problema. Da questo deriverà che nel prossimo anno ci sarà una densità inferiore delle giornate di pesca. Auspichiamo che il governo dia piena attuazione alla norma entrata in vigore il 1° gennaio 2022 relativamente alla Cisoa, che è una forma di cassa integrazione che si estende al lavoratore, al cooperatore, all'imprenditore imbarcato, quindi a tutto il settore della pesca".Un settore che presenta punti di forza ma anche di debolezza su cui bisogna lavorare."I punti di forza - osserva Riccardo Rigillo, Direttore generale Pesca marittima e Acquacoltura del MIPAAF - sono sicuramente il poter garantire il rispetto di procedure, processi e regole che sono non solo sostenibilità ma garanzia del prodotto, per questo è importante garantire una tracciabilità della filiera e una rintracciabilità lungo la filiera. Questo è fondamentale ed è poi quello che interessa al consumatore. Le debolezze sono una visione dell'operatore, del pescatore medio ancora lontana dall'essere imprenditoriale. Questo sicuramente a noi manca così come manca, in alcuni casi anche se non sempre, un legame vero con il territorio laddove parliamo di pesca artigianale, di piccola pesca locale. Io credo che andando da un lato verso l'imprenditorialità e dall'altro verso un legame forte con il territorio, la direzione per dare un futuro alla pesca italiana è in questi due elementi".Il settore ittico necessita di sostegno per poter dispiegare tutto il suo potenziale in termini di crescita sostenibile.