Milano, 18 ott. (askanews) - Marinella Senatore è una di quelle artiste che stanno lasciando un'importa nel contemporaneo, una protagonista che ha la forza di imprimere una svolta alla scena e di cambiare le carte in tavola. E proprio una "carta bianca" ("Carte Blanche") le è stata data dal Palais de Tokyo di Parigi, dove per quattro giorni, in occasione dei vent'anni dell'istituzione culturale francese, ha portato il suo caos creativo, le sue persone reali, le sue musiche e quella atmosfera di festa che sa anche un po' di rivoluzione."Io ho lavorato con più di 40 associazioni per questo progetto, sparse su tutto il territorio parigino - ha raccontato l'artista ad askanews -. La stragrande maggioranza proveniente dalle banlieue e da situazioni molto stigmatizzate e anche di costante frizione sociale. Quindi non è il balletto per il balletto o il cantare per il cantare, non è un'esibizione di talenti nétantomeno di dilettanti allo sbaraglio. Qui ci sono persone estremamente coinvolte nel tessuto sociale e nel proprio quartiere, ma anche nell'intera città".Perché quello che succede nelle azioni collettive di Marinella Senatore va oltre il confine tradizionale dell'arte e corre a velocità vorticosa verso quella cosa inafferrabile che chiamiamo "realtà". Con una dose di consapevolezza che accompagna tutti i momenti performartivi, che sono poi momenti di affermazioni di identità e di comunità."La danza, come la parola, come il movimento in generale, come la meditazione, come tantissimi altre cose che posso anche citare per esempio della musica - ha aggiunto Marinella Senatore - sono strumenti per tante comunità per essere coese, ma anche solo per essere, per identificarsi".Il punto è proprio questo: l'arte come opportunità per identificarsi, per riconoscersi in un ballo, una movenza di lotta, in una performance di parkour. Tutti insieme e come collettività. Sono concetti che la società contemporanea, al di là della retorica ufficiale, sta progressivamente eliminando, mettendo a tacere. Ma che, per esempio in uno dei più eminenti luoghi di cultura contemporanea di Parigi, hanno ritrovatocittadinanza."Si parla tanto delle persone - ha concluso l'artista - però poi chi va davvero a trovarle nei loro quartieri, chi ascolta i gruppi di attivisti, quello è il punto. Gli artisti cosiddetti 'social engaged' molte volte sono per niente sociali e nello stesso modo i curatori e via dicendo. Le programmazioni vanno fatte in un certo modo, va offerto uno spazio se lo si vuole veramente dare. Non è una questione di staccare biglietti, ma di creare una società più giusta e attraverso un'esperienza culturale si può fare".Dopo l'incredibile evento di Londra, con migliaia di persone in parata per le vie della città, Marinella Senatore ha continuato a lavorare con la Galleria Mazzoleni per questa "Alliance des Corps" che ogni volta trova nuove strade, nuove articolazioni. Libere come l'idea di arte che la sostiene.(Leonardo Merlini)