Sei anni dopo il terribile terremoto che sconvolse diversi comuni del centro Italia, la ricostruzione procede a rilento. Amatrice, Arquata del Tronto e gli altri borghi danneggiati e in parte distrutti fanno i conti con i piani di demolizione e ricostruzione rallentati anche dalla pandemia, prima, e dagli effetti del Superbonus, dopo, che ha impegnato le imprese edili. Alcuni sindaci lamentano l'assenza di impegno da parte dei politici e la mancanza dell'istituzione di un fondo per i familiari delle vittime. Ma intanto il cronoprogramma del governo procede ed entro fine anno prevede l'apertura di 500 cantieri per la ricostruzione pubblica e delle chiese e altri 500 per la ricostruzione di edifici e infrastrutture danneggiate dal terremoto. Attualmente, vista dall'alto, la situazione si presenta così. .di Rosita Gangi