Milano, 22 ago. (askanews) - E' un quadro preoccupante quello che delinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, per l'allevamento italiano, pressato dai costi legati ai mangimi quanto all'energia, oltre che dai timori di un calo dei consumi. Lo abbiamo incontrato a margine di un dibattito al Meeting di Rimini, dove è partito proprio dalla sua esperienza di allevatore per raccontarci la situazione nelle stalle italiane:"Io stavo guardando i nostri contratti di somministrazione delle materie prime che utilizziamo per alimentare i nostri animali e ciò che pagavamo l'anno scorso meno di 30 euro quest'anno lo stiamo pagando più di 60 euro al quintale - ci ha detto - Quindi è evidente che abbiamo quasi un raddoppio del costo alimentare. E' vero che c'è stato un incremento del prezzo del latte ma in generale la somma dei costi che abbiamo avuto nell'ultimo periodo ancora oggi le imprese non sono riuscite a scaricare interamente sul prezzo". "Tutto questo - ha proseguito - sta portando una forte pressione sui prezzi. Quindi da una parte noi agricoltori stiamo soffrendo perché il conto economico è in rosso, dall'altra siamo molto preoccupati perché ci rendiamo conto che un aumento del costo alimentare nel carrello della spesa dei consumatori ha un effetto importante anche in una diminuzione dei consumi".E le analisi sulla propensione al consumo non sono rassicuranti per i mesi autunnali. "Oggi - ha spiegato - c'è un 13% dei consumatori che alla luce dell'aumento dei costi ancora non sa come fare. Un terzo di quelli che rimangono si rende conto che ovviamente dovrà spendere di più. C'è un altro terzo che diminuirà le quantità. E paradossalmente c'è un 25% dei consumatori che, giorno dopo giorno, deciderà come orientarsi sui consumi".Di fronte a questo scenario che prospetta mesi difficili per tutta la filiera agroalimentare italiana, serve una riflessione comune con tutti gli attori, a partire dalla politica. "Il prossimo governo dovrà mettere al centro delle sue azioni una forte politica in grado di dare stabilità al settore dell'agroalimentare - ha affermato Giansanti - Se noi non facciamo misure in grado di diminuire quello che è il costo di produzione - e oggi il costo dell'energia è quello principale in tutta la filiera - è evidente che i consumatori saranno chiamati a spendere molto. Dobbiamo evitarlo. Quindi da una parte considerare tutta la filiera come se fosse energivora e quindi dare un abbattimento delle tariffe a tutto il sistema agroindustriale e dall'altra cercando di costruire sempre più delle relazioni molto forti all'interno della filiera per rafforzare la capacità produttiva del paese".