Brasilia, 17 ago. (askanews) - Campagna elettorale infuocata per le elezioni presidenziali di ottobre in Brasile: il presidente di destra Jair Bolsonaro, attualmente in carica, corre per la rielezione contro il rivale della sinistra Luiz Inàcio Lula da Silva, già presidente dal 2003 al 2010. Bolsonaro parte fortemente in salita nei sondaggi, con solo il 32% delle preferenze contro il 44% di Lula. E la corsa si apre fra dure accuse reciproche.Lula, ex sindacalista di 76 anni che guidò il paese durante un periodo di grande crescita sociale ed economica all'inizio del secolo, è stato poi condannato nel 2016 a nove anni e mezzo di carcere per accuse di riciclaggio e corruzione. Ma dopo un anno e mezzo di carcere la sentenza è stata annullata nel 2019 per vizio di giurisdizione e parzialità della corte giudicante, e Lula è stato riabilitato con tanto di diritti politici.Bolsonaro, che in stile Trump ha ripetutamente gridato a brogli elettorali ancor prima della chiamata alle urne prevista per il il 2 ottobre, è noto per la sua retorica a favore delle armi e dello sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali dell'Amazzonia a dispetto della biodiversità e dei diritti dei popoli indigeni. Ha lanciato la sua campagna a Juiz de Fora, la piccola località del Sudest del paese dove fu accoltellato da un oppositore durante la sua campagna vittoriosa nel 2018."Non c'è paragone fra i miei quattro anni al governo con quelli dell'altro che fu presidente (Lula, ndr), abbiamo dato prova di patriottismo e onestà".Lula ha invece lanciato la sua campagna a Sao Bernardo do Campo, il suburbio di San Paolo dove iniziò la sua attività di sindacalista metalmeccanico oltre 40 anni fa."Voglio dirti, presidente genocida: la gente non vuole un governo che distribuisca armi, vuole un governo che distribuisca libri; non vuole un governo che alimenti l'odio, la gente vuole un governo che alimenti l'amore"Nello stesso giorno, Bolsonaro e Lula hanno assistito alla solenne investitura come presidente del Tribunale Superiore Elettorale del giudice Alexandre de Moraes, già membro della Corte Suprema e che si è guadagnato una fama di duro con tanto di soprannome "Robocop". De Moraes sovrintenderà al corretto svolgimento delle elezioni ed è apertamente detestato da Bolsonaro, che ha già minacciato di non eseguire le sue decisioni. De Moraes, che pure è considerato uomo di centro-destra e non è amato dalla sinistra brasiliana, ha infatti ordinato in passato indagini sul presidente estremista per le sue continue affermazioni non provate secondo cui il sistema elettorale brasiliano sarebbe truccato a suo sfavore.