Venezia, 9 ago. (askanews) - Entrando, la prima cosa che si percepisce è ovviamente il vuoto, l'assenza di opere o oggetti. Ma, a poco a poco, si capisce che a essere presente è una nuova versione dell'architettura, una riproposizione dello stesso spazio, che porta a una sensazione di narrazione profonda, oltre che di rimodulazione dell'idea di intervento artistico. Siamo alla Biennale Arte di Venezia e quello che stiamo vistando è il padiglione nazionale della Spagna, che presenta il progetto "Correciòn" di Ignasi Aballì. "Questo - ha detto l'artista catalano ad askanews - è un progetto molto specifico e speciale che ha usato l'edificio come punto di partenza. L'idea era quella di muovere o di correggere l'edificio".In sostanza Aballì ha ricostruito la struttura dello stesso padiglione spostandola di 10 gradi, per allinearla con quelli vicini di Belgio e Spagna, collocandola all'interno dello stesso padiglione originale. Un'operazione apparentemente semplice, ma che presenta molte implicazioni tutt'altro che banali."In un certo senso - ha aggiunto l'artista - il progetto si presta a una lettura politica: correggere un padiglione nazionale è qualcosa che va a toccare la nazione, perché questa è una sorta di ambasciata culturale della Spagna. Correggere questo edificio è un'operazione complessa, quindi. Ma significa anche che possiamo comunque conservare la memoria, ma pure partire da una nuova posizione per guardare al futuro e parlare di nuove possibilità. E' vero in ogni caso che il padiglione è pieno di contraddizioni".E quello che si percepiva, muovendosi negli spazi nuovi del padiglione, sentendone il vuoto come una dimensione di pienezza, erano i diversi livelli di realtà che vengono implicati dall'arte, una serie di contrasti che generano alternative e quindi ulteriori possibilità.