'Ndrangheta, arrestato latitante nel Reggino: ha interessi a Torino (28.03.22)

2022-03-28 6

https://www.pupia.tv - I militari della Guardia di Finanza di Torino, coordinati dalla locale Procura, supportati dai colleghi di Locri e dalla sezione aerea di Lamezia Terme, hanno tratto in arresto un latitante di origine calabrese, con interessi economici e imprenditoriali stabilmente radicati nel capoluogo piemontese. L’arresto è avvenuto all’interno di un garage di un casolare nelle campagne di Caulonia (Reggio Calabria) dove, all’esito di complesse investigazioni, è stato rintracciato nel cuore della notte.

Il soggetto, gravemente indiziato di concorso in associazione per delinquere di stampo mafioso e di reati di natura economica e tributaria, risultava irreperibile dal dicembre 2021, quando il Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino, nel corso dell’operazione “Cavallo di Troia”, aveva dato esecuzione a misure cautelari nei confronti di 8 indagati, a vario titolo, per reati fiscali, fallimentari – aggravati dall’agevolazione mafiosa – e concorso nell’associazione mafiosa denominata “ndrangheta”, con contestuali provvedimenti di sequestro per 2,5 milioni di euro. In particolare, secondo il quadro accusatorio sarebbero state individuate 3 società operanti nel settore edilizio, ritenute essere poste al servizio di esponenti della ‘ndrina Bonavota, radicata nel territorio di Carmagnola (Torino) e collegata all’omonima cosca calabrese.

Gli indagati - tra cui il latitante arrestato - risulterebbero aver gestito tali imprese, anche tramite l’utilizzo di prestanome, forti dell’appoggio fornito loro dalla cosca in grado di garantire importanti commesse per la realizzazione di opere nonché la “protezione” in caso di difficoltà. Gli stessi, abbattendo fittiziamente i debiti tributari e previdenziali, avrebbero attuato, altresì, una sorta di doping fiscale, risultando così avvantaggiati rispetto alla concorrenza delle aziende operanti nei medesimi settori.

L’operazione delle Fiamme Gialle avrebbe consentito, inoltre, di delineare un modus operandi connotato da continuative e sistematiche condotte caratterizzate dal depauperamento dei patrimoni aziendali, lasciando da un lato le imprese in una situazione di completa spoliazione delle risorse, anche destinate al pagamento di stipendi e contributi dei dipendenti e, dall’altro, destinando parte dei profitti dei reati perpetrati alla criminalità organizzata. (28.03.22)