Vorrei provare anche oggi a svolgere ad alta voce insieme a voi alcune considerazioni intorno alla pagina squallida di storia che stiamo vivendo, quella legata all'infame #tesseraverde.
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Lo sappiamo, ci hanno insegnato a chiamare le cose in inglese, il latinorum della globalizzazione mercatista, la lingua dei padroni, che glorifica le cose più esecrabili: dobbiamo smetterla di parlare la lingua dei padroni e tornare a parlare la nostra lingua, è il primo gesto per contestare l'esistente. Occorre ricostruire una grammatica dei dominati in vista della loro emancipazione. Per questo, occorre pensare e parlare altrimenti. Non spending review, ma tagli neoliberali. Non globalisation, ma glebalizzazione. Non austerity, ma #austerità repressiva neopadronale. Infine, non #greenpass, ma infame tessera verde della #discriminazione.
La #violenza della discriminazione, della sottrazione delle #libertà fondamentali è tornata con prepotenza in #Europa. Questa volta si nasconde però dietro la faccia a modo, perbene, del progressismo e dietro la retorica della protezione della vita. Quello che stiamo vivendo, il Leviatano Tecnosanitario, è il primo #regime protettivo della storia umana.
Ebbene, non deve sfuggire come siamo nel bel mezzo di una svolta autoritaria nel modo capitalistico della produzione. Una svolta autoritaria che serve a far sì che il capitalismo non possa più essere criticato, ma debba essere accettato supinamente. E ciò che definisco #golpe globale o con Gramsci rivoluzione passiva, cioè gestita dai gruppi dominanti del blocco oligarchico a proprio beneficio esclusivo.
RadioAttività, lampi del pensiero con #DiegoFusaro