"Ho cercato di proteggere mio figlio ed una signora incinta. Poi ho sentito tre colpi di pistola, all'ultimo sono caduto a terra. Ho pensato 'Sto morendo'. Sono riuscito a farmi il segno della croce e ho salutato mio figlio". Enrico De Maio, 57 anni, scultore ferito per errore durante un agguato di camorra in vico Lungo San Matteo, ora ancora convalescente, per la prima volta racconta a Repubblica quel giorno infernale. Vittima innocente, vuole tornare ai Quartieri, lì dove ha rischiato la vita. "Vivo per miracolo" parla dei delinquenti che sparano tra la gente e sfasciano gli ospedali. Ma anche del suo futuro impegno: "sculture di ferro e sangue dedicate alle vittime di camorra, nei luoghi delle sparatorie perché diventino luoghi di memoria". . .Intervista di Marina Cappitti .Video di Anna Laura De Rosa e Riccardo Siano .Riprese R. Siano