https://www.pupia.tv - Vivevano accampati in tende nell'area del campo sportivo di Turi, in condizioni igienico-sanitarie a dir poco precarie. Lì i migranti, circa una trentina, in prevalenza di origine nord africana, sarebbero stati di giorno in giorno reclutati per la raccolta delle ciliegie nelle campagne tra Turi e Conversano. Presi a lavorare in nero, senza alcuna assicurazione e senza aver mai essere stati sottoposti alla visita medica prevista per legge in questi casi. E' quanto hanno accertato i carabinieri della task force anticaporalato in seguito a specifici controlli.
Le verifiche hanno portato alla denuncia di due imprenditori. In alcuni casi, i braccianti sono risultati essere irregolari sul territorio nazionale, in altri già raggiunti da provvedimento di espulsione. Come accertato dai militari, guidati dal maggiore Emauele D'Onofri, i braccianti venivano reclutati all'alba, caricati a bordo di furgoni per il trasporto di persone, ma in altri casi anche rinchiusi all'interno dei bagagliai delle auto, per eludere eventuali controlli.
In particolare, uno degli imprenditori impiegava sette braccianti in nero, di cui due extracomunitari privi di permesso di soggiorno e già colpiti da provvedimento di espulsione. Fra gli illeciti contestati rientra il pagamento mediante metodi non tracciabili e l’omessa assicurazione dei dipendenti all’Inail. Un altro imprenditore è stato deferito in stato di libertà in quanto, per la raccolta delle ciliegie, impiegava alcuni braccianti privi di permesso di soggiorno, assunti in nero, senza aver ricevuto la prescritta formazione sulla sicurezza sul lavoro né aver passato la visita medica per stabilirne l’idoneità fisica al lavoro manuale. Ulteriori accertamenti sono in corso in materia di igiene e salute pubblica, in relazione alle condizioni in cui vivevano i migranti. (23.06.21)