https://www.pupia.tv - Nell’ambito dell’operazione denominata “Panamera”, la Guardia di Finanza di Firenze ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 4 soggetti, emessa dal gip del Tribunale di Firenze, Angela Fantechi, su richiesta del sostituto procuratore Christine Von Borries, e a un sequestro preventivo per equivalente per complessivi 522.883 euro, a vario titolo, per bancarotta fraudolenta, frode fiscale, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e sfruttamento illecito dei lavoratori, perpetrata da soggetti sinici nelle lavorazioni conto terzi di capi di pelle.
L’articolata attività d’indagine, condotta dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Firenze sotto la direzione della Procura della Repubblica di Firenze – diretta dal dottor Giuseppe Creazzo, si inquadra in un più ampio piano di contrasto al lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori, che, nel caso di specie, ha permesso di individuare alcuni capannoni nel comune di Campi Bisenzio dove gli imprenditori di origini cinesi, appartenenti allo stesso ambito familiare e operanti nel settore della lavorazione del pellame e della produzione di borse, sfruttavano manodopera straniera.
Individuata una società romana, con un’unità locale sita a Calenzano, che subappaltava le proprie lavorazioni per conto terzi a una società di capitali gestita da una coppia di origini cinesi, che a sua volta demoltiplicava le lavorazioni a ditte individuali caratterizzati da una breve durata operativa e a loro ricondotte, successivamente lasciate con elevati debiti erariali, svuotate di liquidità e sostituite da altre operanti negli stessi luoghi e con gli stessi macchinari e forza lavoro. E’ emerso un massivo sfruttamento di lavoratori di diversa etnia, cinesi, bengalesi e pakistani, trasportati sui luoghi di lavoro e tenuti a lavorare per circa 14 ore al giorno, con una retribuzione media oraria di poco superiore ai 3 euro l’ora. Senza riposo, i pasti venivano consumati velocemente all’interno del capannone, ove erano presenti approssimative cucine alimentate da bombole di gas.
Su istanza della Procura di Firenze, la società di capitali e due ditte individuali sono state dichiarate fallite dal Tribunale e, all’esito delle attività investigative, oltre all’accusa di caporalato, sono stati configurati, a vario titolo, reati di bancarotta fraudolenta, dichiarazione fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte nonché un’attività di raccolta e smaltimento illecito di rifiuti speciali, avendo abbandonato residui alimentari e bidoni di olio all’esterno della struttura. (09.06.21)