https://www.pupia.tv - I finanzieri del comando provinciale di Imperia, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Genova, in collaborazione con la Procura di Imperia, al termine di una complessa indagine hanno individuato e smantellato un’associazione a delinquere, da tempo attiva nelle province di Imperia e Savona, legata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolar modo di cocaina. Sequestrati beni per un valore di 225mila euro.
Le indagini, inizialmente finalizzate a determinare i contorni delle attività di spaccio di alcuni dei
soggetti indagati, che operavano tra Imperia e i comuni limitrofi, consentivano successivamente di individuare un'associazione a delinquere, facente riferimento ad una famiglia di origine marocchina residente a Loano, che si avvaleva di una capillare schiera di pusher, anche italiani, attivi tra le province di Imperia e Savona.
Il sodalizio si approvvigionava direttamente dall'Olanda e da Milano, snodo del nord Italia per la cocaina di elevata qualità. Il gruppo criminale era strutturato secondo una ben definita suddivisione dei compiti: vi era chi si occupava di reperire lo stupefacente dai “grossisti” e chi, invece, presiedeva alle piazze di spaccio nell’imperiese e nel savonese. Altri indagati, invece, avevano ruoli complementari ma non per questo meno importanti: dalle “vedette”, al trasporto e all’occultamento delle sostanze stupefacenti, al fine di impedire che il traffico illecito potesse essere individuato nell’ambito degli ordinari controlli sul territorio.
Documentati oltre 7mila episodi di spaccio, in gran parte riguardanti la cessione di un grammo, o anche meno, di cocaina, nei confronti di un gruppo eterogenee di assuntori per età, estrazione sociale e attività lavorativa svolta. A questi ultimi, residenti in gran parte tra i comuni di Imperia, Ceriale, Albenga, Alassio, Andora, Pietra Ligure, Varazze, Arma di Taggia, Bordighera e Sanremo, veniva peraltro praticata una forte “scontistica” nel caso si trattasse di “clienti” abituali. Come ricostruito dalla Fiamme Gialle, a fronte di un giro di affari di circa 520mila euro, prodotto in un anno, l’organizzazione criminale conseguiva guadagni netti prudenzialmente quantificati in 225mila euro. (28.04.21)