https://www.pupia.tv - Nella mattina del 16 luglio i finanzieri del Gico – Gruppo intervento criminalità organizzata di Perugia hanno eseguito un decreto di sequestro, e contestuale confisca, di beni mobili, immobili e partecipazioni societarie, per un valore stimato di circa 33 milioni di euro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Perugia, su proposta della locale Procura.
Il destinatario del provvedimento è un noto imprenditore umbro, che a partire dalla fine degli anni ‘90 ad oggi ha collezionato numerosi precedenti penali per bancarotta fraudolenta, tra cui una condanna definitiva a 5 anni di reclusione, nonché per trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reati tributari e contro il patrimonio. Riconosciuta dal Tribunale la pericolosità socio – economica dell’imprenditore, è stata disposta nei suoi confronti anche la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per un periodo di tre anni. L’esecuzione del provvedimento rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa svolta dai militari dell’articolazione specialistica del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Perugia ed avviata a seguito di una preliminare analisi effettuata, a livello centrale, dallo Scico della Guardia di Finanza di Roma.
La dettagliata ricostruzione del modus operandi delittuoso ha rivelato il reiterato ricorso a società “schermo”, anche di diritto estero, appositamente costituite e gestite formalmente da vari prestanome, per compiere numerose operazioni immobiliari e societarie in completa evasione d’imposta. Le plusvalenze milionarie così ottenute non venivano solo sottratte al fisco, ma alle stesse società, che una volta depredate erano destinate al fallimento. Al fine di provare l’origine illecita del rilevante patrimonio riconducibile, direttamente o indirettamente, all’imprenditore, è stata acquisita copiosa documentazione riferita all’ultimo ventennio, tra cui i contratti di compravendita dei beni e delle quote societarie, nonché numerosi atti pubblici che hanno interessato, nel tempo, il suo nucleo familiare. Successivamente, per ogni transazione, sono state verificate le movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica. Il copioso materiale così reperito è stato sottoposto a circostanziati approfondimenti, da cui è emerso che gran parte delle attività economiche e dei beni entrati nella disponibilità del proposto nel periodo monitorato, coincidente con il suo curriculum criminale, non hanno trovato alcuna giustificazione nei redditi “ufficialmente” dichiarati. (16.07.20)