La Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 11 soggetti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Eseguite contestualmente numerose perquisizioni e sequestri di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati. L'operazione, denominata "Settimo quartiere", ha inferto un duro colpo a uno dei mandamento storici di "Cosa nostra" nel quartiere palermitano della Noce. Dalle indagini, eseguite dalla Squadra Mobile di Palermo, è emerso come i capi della cosca mafiosa esercitassero un serrato controllo del territorio. Chi non si piegava alle richieste diventava vittima di ritorsioni, come nel caso del titolare di un "Compro oro" a cui era stata incendiata la casa dopo averla svaligiata per via del suo rifiuto di sottomettersi al racket. Inoltre, nel corso della di una festa rionale, il clan era arrivato a ideare una sponsorizzazione religiosa. L'evento, interamente studiato e gestito dal gruppo criminale, doveva raccogliere quanto più denaro possibile da destinare al sostentamento degli affiliati e dei familiari dei detenuti mafiosi. In questo caso, gli ambulanti ammessi ad allestire uno stand nella zona della festa erano costretti a consegnare l'intero guadagno delle vendite.