Almeno sei persone sono state uccise e 25 ferite nell'attacco rivendicato dall'Isis contro Save the Children a Jalalabad, nell'est dell'Afghanistan. L'organizzazione britannica ha perciò deciso di sospendere le sue attività nel Paese. L'attacco è cominciato alle 9,10 ora locale di mercoledì quando un kamikaze a bordo di una vettura imbottita di esplosivo si è fatto esplodere all'entrata della sede dell'ong, poi nel compound è entrato un commando di terroristi che hanno cominciato a sparare. Circa 45 membri dello staff sono stati liberati dalle forze speciali. L'attacco si è concluso alle 19 locali con l'uccisione di cinque militanti. Tra le vittime, secondo quanto confermato dal portavoce del governatore della provincia di Nangarhar, Attaullah Khoghyani, ci sono tre agenti della sicurezza afgana e tre operatori dello staff di Save the Children. L'attentato è stato rivendicato dal sedicente Stato Islamico. La rivendicazione è stata pubblicata dall'organo di propaganda dell'Isis, Amaq. Nel comunicato si legge che "tre martiri hanno partecipato all'attacco contro le fondazioni britanniche e svedesi e le istituzioni governative afghane", riferimento allo Swedish Comittee per gli affari umanitari e al ministero afghano per i diritti delle donne. StC ha dichiarato di essere "devastata dalla notizia dell'attacco del nostro ufficio di Jalalabad in Afghanistan". Tutte le attività nel Paese sono state sospese.