Le attività economiche dovrebbero, o potrebbero, essere regolate dai burattini collocati ai governi, i quali "de facto" legiferano sulla base delle indicazioni che ricevono da suggeritori estranei alla cosa pubblica. Se è così, a cosa serve stare lì a ragionare circa la dicotomia tra impresa pubblica e impresa privata? Per iniziare ad osservare la realtà economica cinese, bisogna immaginare un contesto in cui l'apparato istituzionale è formato da grandi aziende di successo, le quali, a prescindere dalla loro proprietà, hanno legami stretti con gli attori dello stato, godono di elargizioni pubbliche e liberalità, e portano avanti le politiche del partito politico dominante, che governa in regime di monopolio assoluto. Nessuna impresa economica, in terraferma cinese, a prescindere dalla sua proprietà, è formalmente autonoma rispetto all'influenza del governo e degli enti di stato.