Sono le rarissime immagini della cittadina di Cividale del Friuli occupata dall’esercito austroungarico nel pieno della prima guerra mondiale. Il ponte del diavolo distrutto dagli italiani in ritirata alla fine dell’ottobre 1917.
Cento rintocchi di campane del Duomo hanno dato il via al racconto struggente della cronaca dei fatti di quei giorni, descritta da monsignor Valentino Liva, con un recital di Luca Zingaretti proprio sul Ponte del Diavolo, teatro naturale dell’evento che lo ha reso protagonista della famosa ‘Rotta di Caporetto’.
Sul piano di calpestio del ponte e sui parapetti è stato rappresentato il greto del fiume Natisone, con l’intenzione di generare il vuoto prodotto dalla demolizione del ponte. Protagonisti giovani artisti, coordinati da Fabio Maria Fedele, provenienti dagli Stati allora belligeranti: italiani, sloveni austriaci e tedeschi, con l’intento di sigillare una sorta di patto di pace fra le nuove generazioni che non hanno vissuto la guerra ma che ne portano ancora le ferite attraverso i racconti familiari.
I giovanissimi ballerini della Scuola di danza Erica Bront come pallidi acrobati hanno rappresentato le anime dei morti.
La coscienza del dramma della prima guerra mondiale resta viva negli studenti friulani.
Simone Clavora, studente/presentatore: “100 anni fa i ragazzi della nostra età partecipavano attivamente agli eventi sia come soldati che nella vita civile, di conseguenza per noi che 100 anni dopo riviviamo questi eventi o partecipiamo come presentatori delle iniziative sentiamo che sia importante viverli in modo diretto perchè fanno parte della nostra storia, della storia della nostra città e del nostro popolo”
Aurora Saccavini, studentessa/presentatrice: “I fronti di guerra che noi viviamo quotidianamente perchè ormai la guerra si è globalizzata non sono cosi’ distanti. Noi non siamo piu’ cittadini d’Italia o del Friuli Venezia Giulia o di Cividale ma siamo cittadini del mondo”.
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