Domenica è il giorno del referendum consultivo in Veneto e in Lombardia sull’autonomia regionale. Due quesiti diversi con lo stesso obiettivo politico, utilizzare una eventuale vittoria del sì per aprire le trattative con il governo su maggiori competenze soprattutto in materia fiscale per le due regioni guidate dai governatori della Lega Nord Luca Zaia e Roberto Maroni.
Una richiesta prevista dall’articolo 116 della Costituzione, ma che non passa necessariamente dal referendum: l’Emilia Romagna ha firmato un’accordo con il governo per avviare colloqui su una maggiore autonomia dopo il via libera dell’Assemblea legislativa regionale.
In Lombardia dove il voto è elettronico e non c‘è quorum il referendum costa 50 milioni, mentre nel Veneto 16. Qui il voto sarà valido se si esprime la metà degli elettori. Praticamente a favore del sì sono quasi tutti i partiti, diverse associazioni di categoria e sindacati
mentre la Cgil ha denunciato una strumentalizzazione del voto a fini politici e una violazione del vincolo di solidarietà nazionale.