Niente da fare per Steven Avery: non avrà diritto a un nuovo processo. I fan delle serie tv conoscono bene l’americano, per la docu-serie targata Netflix Making a murderer, che nel 2015 ha portato alla luce la sua storia.
Accusato da innocente negli anni ’80 di stupro, il rottamatore del Wisconsin venne scagionato dopo 18 anni passati in prigione, grazie a un test del Dna, che provò la sua innocenza. Una volta uscito, Steven decise di intentare una causa da 36 milioni di dollari alla contea. Ma proprio mentre stava per farlo, venne arrestato di nuovo, insieme al nipote Brendan Dassey, per l’omicidio di una giovane fotografa il cui corpo venne ritrovato nella proprietà di famiglia, Teresa Halbach. Nel 2007 Steven, che ancora una volta si proclamava innocente, venne condannato all’ergastolo senza condizionale in primo grado per omicidio doloso, mentre Brendan prese l’ergastolo per concorso in omicidio, ma con possibilità di libertà condizionale nel 2048. Tanti i dubbi insinuati da ‘‘Making a Murderer’‘ (che segue la vicenda per 10 anni) sulla colpevolezza dei due e su un possibile coinvolgimento della polizia per incastrarli.
Dopo la messa in onda della serie, il caso è tornato alla ribalta, con l’avvocato Kathleen Zellner che l’ha ripreso in mano per dimostrare l’innocenza di Steven.
The battle continues. We have new evidence & witnesses. An innocent person never quits nor do we. #MakingAMurderer https://t.co/oSeggMIiWO— Kathleen Zellner (@ZellnerLaw) 3 ottobre 2017
Oggi l’ennesimo duro colpo: nonostante siano state portate nuove prove, il giudice le ha stimate insufficienti, negando la possibilità di avere un nuovo processo.