Fra i catalani e le autorità centrali spagnole è sempre più muro contro muro in vista del referendum sull’autodeterminazione di domenica prossima. Il procuratore generale ha disposto il blocco, con un cordone di polizia, di tutti i luoghi identificati come possibili seggi. Agli agenti è stato chiesto di impedire anche un’eventuale organizzazione del voto in strada.
Secondo Francesc Vida, il portavoce dei Mossos d’Esquadra , le forze dell’ordine locali, la misura rischia di creare gravi problemi di ordine pubblico:
Non smetteremo di ubbidire agli ordini dei nostri superiori, tuttavia la responsabilità rispetto alla legalità o all’illegalità di questo ordine ricade su di loro. Siamo qui per fare quello che ci viene richiesto.
L’accusa: strategia della tensione
Dopo aver confiscato volantini propagandistici e schede elettorali, il governo di Madrid ha anche disposto la chiusura di 140 siti web favorevoli all’indipendenza della regione. Per Madrid la consultazione è illegale e va dunque impedita. Tutte queste misure, secondo l’esecutivo catalano, invece, mirano proprio a creare disordini, per spaventare i potenziali elettori e tentare di far fallire il voto.