Chi di lotta alla droga senza quartiere ferisce, potrebbe ritrovarsi un fiiglio in galera. Potrebbe esser questo l’adattamento della celebre massima a Paolo Duterte, figlio del presidente-sceriffo Rodrigo, che nelle Filippine ha dichiarato guerra al traffico e allo spaccio degli stupefacenti.
Paolo Duterte è finito di fronte a una commissione d’inchiesta che lo accusa di essere coinvolto in un’opeazione di contrabbando per portare droga dalla Cina alle FIlippine. L’uomo ha respinto ogni addebito. Chi lo attacca sarebbe animato da moventi politici. Oltre a Paolo è sotto accusa il genero del presidente, Manases Carpio sposato con la figlia.
Se però le accuse venissero provate sarebbe davvero un feroce contrappasso nei confronti del genitore il cui tentativo di estirpare la droga nel Paese ha fatto migliaia di morti
Tutto si basa su di un testimone che avrebbe citato i due in rapporto a una grossa fornitura di droga, oltre un centinaio di milioni di euro. Il testimone da allora ha ritrattato. Fra le accuse contro il figlio del presidente filippino, anche il fatto che avrebbe un tatuaggio ben visibile sulla spalla a significare l’appartenenza a un cartello della droga nazionale.