Non uno ma tanti sognatori. Almeno 800.000 i “Dreamers”, entrati illegalmente negli Usa da bambini e protetti dal decreto che Donald Trump ha scelto d’abolire. Migliaia di loro sono scesi in strada, a Washington, a New York e in altre città degli Stati Uniti per chiedere che il programma Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals), varato da Barack Obama nel 2012, resti in vigore. Il Presidente Trump rimette invece al Congresso la decisione. E da qui a 6 mesi, circa 800.000 persone potrebbero venire deportate nei Paesi d’origine.
Flor Reyes, 20 anni: “Non so bene come farò oggi a tornare a casa e spiegare a mia madre che l’aiuto che le ho potuto fornire fino ad ora non arriverà più. Ci dobbiamo ribellare. Dobbiamo fare in modo che il Congresso mantenga le promesse che ci aveva fatto” ha detto in conferenza stampa.
“Prendere di mira dei giovani pieni di speranze che sono cresciuti negli Stati Uniti è sbagliato, non hanno fatto nulla di male”. Così l’ex-Presidente Barack Obama il cui programma ha permesso a centinaia di migliaia di persone di studiare, lavorare, vivere legalmente negli Usa.
Visione diametralmente opposta quella espressa da Trump che, nel giustificare la propria scelta, ha insistito sul fatto che è un errore guardare a queste persone come se fossero bambini mentre si tratta di giovani adulti, privi di documenti e in situazione illegale.
Intanto il cammino intrapreso da Trump lascia perplessi anche parte dei repubblicani: il Senatore Lindsey Graham del South Carolina, in collaborazione con il democratico Dick Durbin, Illinois, ha invitato Trump ad impegnarsi personalmente nel trovare una soluzione per lo statuto dei Dreamers che possa essere approvata dal Congresso.
Congress now has 6 months to legalize DACA (something the Obama Administration was unable to do). If they can’t, I will revisit this issue!— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 6 settembre 2017