Con il giuramento davanti al parlamento è iniziato ufficialmente oggi il “secondo mandato”:Ratification de la 12ème élection présidentielle de la République islamique d’Iran #Rohani #Iran pic.twitter.com/9M7l0VAgOx— Ayatollah Khamenei (@Khamenei_Fra) 3 août 2017
del presidente iraniano Hassan Rohani.
Lontano da quel clima di consensi che lo aveva portato, a maggio, a vincere le elezioni, al primo turno, con oltre il 57% dei voti, Rohani deve ora confrontarsi con dossier particolarmente impegnativi.
Lo slogan della sua campagna era: “aprire il paese al mondo e creare nuovi posti di lavoro”. Ma per riuscire a centrare entrambi gli obiettivi il presidente riformista deve mettere insieme reti di alleanze tanto sul fronte interno che internazionale.
Particolarmente significativa è stata la presenza a Teheran di Federica Mogherini, responsabile della diplomazia europea. L’Iran cerca la sponda dell’Europa in un periodo in cui è sotto attacco da parte dell’amministrazione Trump in materia di accordo sul nucleare, firmato con le grandi potenze nel 2015.
Le nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti potrebbero creare problemi diretti ai programmi di apertura di Rohani, anche se i recenti contratti firmati dall’Iran con compagnie petrolifere francesi e cinesi lasciano intendere che gli altri paesi si smarchino dalla posizione di Washington.
Il principale nodo della politica interna per Rohani è la composizione del nuovo governo. Per accontentare il fronte dei religiosi conservatori, il nuovo capo dello stato avrebbe rinunciato a inserire donne nella lista dei ministri.