Amnesty International denuncia la “catastrofe” per i civili nella battaglia di Mosul dove l’Isis avrebbe usato “intere famiglie come scudi umani” e, sul fronte opposto, le forze irachene e della coalizione a guida americana evrebbero utilizzato “armi inappropriate rispetto alle circostanze” ed “in alcuni casi, spiega il rapporto di Amnesty, può essersi trattato di crimini di guerra”.
NICOLETTE WALDMAN RICERCATRICE INTERNAZIONALE DI AMNESTY PER IL MEDIO ORIENTE E NORTH AFRICA E CO-AUTRICE DEL RAPPORTO
“Il messaggio finale del rapporto è che i civili hanno attraversato una terribile prova, sono in una catastrofe e le centinaia di migliaia che sono fuggite da Mosul, meritano di vedere riconosciute queste violazioni condotte contro di loro. La prima cosa che chiediamo, è il riconoscimento pubblico, e poi abbiamo un’indagine indipendente in cui abbiamo le prove di chi ha commesso queste violazioni e questi potrebbero essere responsabili di crimini di guerra”
La denuncia è contenuta in un rapporto che prende in esame il periodo che va da gennaio a metà maggio 2017. Secondo Amnesty sono oltre 5000 i civili rimasti uccisi durante la battaglia, centinaia quelli colpiti durante la loro fuga. 3 milioni quelli sfollati e in fuga altrove. Una catastrofe che, dopo nove mesi di combattimenti contro l’autoproclamato Stato Islamico, lascia come eredità questi numeri e una Mosul ridotta ad un cumulo di macerie