Cento giorni di manifestazioni contro il presidente Maduro, 100 giorni di scontri, morti ragazzini e rabbia per le vie di Caracas. Questa domenica in tremila hanno marcato l’anniversario nella capitale venezuela con una manifestazione che ci si aspettava più corposa. In piazza anche la moglie del leader dell’opposizione appena uscito di prigione, Leopoldo Lopez, che ha detto: “Denunciamo torture. Nei giorni finali della sua prigionia Leopoldo ha perso sei chili e non vede bene. È stato chiuso in una cella per 32 giorni, senza niente. Gli è stato negato il cibo e quando glielo hanno fatto mangiare si è ammalato”.
Lopez ora è agli arresti domiciliari e il padre ha comunicato che ha un’infezione grave, presa in prigione. Il destino del Venezuela è sempre più incerto. Il prossimo obiettivo di Maduro è eleggere il 30 luglio l’assemblea costituente per cambiare la costituzione, come denuncia l’opposizione, a suo favore. Il parlamento per tentare di bloccarlo ha indetto un referendum per il 16 luglio tra i quesiti se gli elettori vogliano riconoscere la nuova costituente e quale debba essere il ruolo delle forze armate, che ora appoggiano Maduro, nel Paese. L’esito sarà simbolico.