Yevgeniy Nikulin potrebbe essere estradato verso gli Stati Uniti o verso la Russia. Il ventinovenne russo sospettato d’aver sabotato social network e siti statunitensi e russi è in stato d’arresto a Praga dove era stato fermato lo scorso 5 ottobre. L’audizione si è tenuta nel carcere dove il sospetto è detenuto. Il suo avvocato ha annunciato che farà appello:
“Faremo appello. Credo che faremo appello contro l’estradizione verso gli Stati Uniti” ha confermato Ilya Makeev, avvocato difensore di Nikulin “visto che non abbiamo invece obiezioni rispetto ad un’estradizione in Russia”.
L’arresto di Nikulin era avvenuto a Praga grazie ad un’operazione congiunta delle forze speciali della Repubblica Ceca e dell’Fbi. Washington accusa Nikulin d’essere implicato nel pirataggio informatico orchestrato da Mosca per influenzare le presidenziali. Mosca a sua volta lo accusa invece di reati minore legati alla frode informatica. Al momento il tribunale della Repubblica Ceca, in attesa di un eventuale appello, rinvia la decisione sulla sorte del sospetto al Ministro della Giustizia Robert Pelikan: in questa fase è solo il ministero che può approvare l’estradizione verso uno dei due Paesi e, conseguentemente, bloccarla verso l’altro. Nell’attesa, Nikulin resta in balia di una guerra diplomatico-informatica tra Washington e Mosca.
Suspected Russian hacker moves step closer to US extradition – my report on the murky Nikulin case from Prague https://t.co/xrBRjQWdj8— Shaun Walker (@shaunwalker7) 30 maggio 2017