L’ultimo episodio di Business Planet è dedicato all’economia sociale. Al ministero dell’economia sociale e solidale in Francia, Serge Rombi di Euronews, incontra la delegata all’economia sociale e solidale del ministero dell’economia e finanze francese, Martine Pinville.
Una parte significativa dell’economia in Europa si basa su una ripartizione dei profitti diversa da quella prevista dal modello dipendente/proprietario. È quella che chiamiamo economia sociale.
Ci sono 2 milioni di imprese sociali in Europa, rappresentano il 10 % del volume d’affari e impiegano il 6% della forza lavoro.
Le cooperative giocano in ruolo importante in questo settore. Sono 180mila in tutta Europa.
Diferrentemente dalle società quotate in borsa, focalizzate sul profitto immediato, la priorità delle cooperative è dare indietro il surplus ai dipendenti che sono anche azionisti e produttori.
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Serge Rombi: “Il boom dell’economia sociale e solidale: un settore affatto marginale in Francia e in Europa…”
Martine Pinville: “Assolutamente, in Francia genera il 10 per cento del Pil con più di due milioni di posti di lavoro e il 14 % degli occupati del settore privato. Cifre importanti per il Paese”.
Serge Rombi: “Ora vedremo un esempio di impresa solidale proprio qui in Francia, a pochi chilometri da Parigi
Andiamo alla scoperta di questo atelier di fabbri, una cooperativa di mastri ferrai parigini fin dalla sua creazione, nel 1912. Oggi lavorano qui in centinaio di persone e hanno prodotto queste parti metalliche.
Il fatturato è di 20 milioni di euro annui. E, punto importante, questa azienda ha costantemente registrato risultati positivi.
Jean Lery Lecornier – CEO Union des forgeons: “I nostri clienti sono grandi nomi del settore aeronautico, spaziale, nucleare e del petrolio. Noi gli forniamo componenti necessarie ad apparecchi altamente tecnologici, grazie a una conoscenza del settore, accumulata in più di un secolo”.
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Operaio in servizio o in pensione, dirigente o amministratore delegato, alcuni dipendenti dell’officina sono anche suoi azionisti. In altre parole, loro sono i proprietari.
Jean Lery Lecornier – CEO Union des forgeons: “Redistribuiamo circa il 60 per cento degli utili ai dipendenti. Questo crea dinamismo, motivazione, disponibilità alla mobilità interna e rende l’impresa competitiva”.
25 milioni di euro saranno investiti in nuove macchine. La decisione è stata presa, come tutte le altre deliberazioni importanti, dall’insieme del soci. Tra questi c‘è Claude Faure, responsabile qualità della fucina.
Claude Faure – Quality manager, Union del forgeons: “Quando una società fa dei profitti, vanno a una o a poche persone. In una cooperativa come la nostra, invece, i profitti non vanno solo a uno ma sono reinvestiti nella società, per poter fare un altro pass