Erano almeno dodicimila le persone che hanno partecipato alla manifestazione per rendere omaggio alle 6 vittime della sparatoria compiuta domenica sera nella Grande Moschea di Quebec City, in Canada. Delle otto persone rimaste ferite, tre restano in pericolo di vita e due sono in gravi condizioni. La cerimonia è iniziata con la preghiera dei leader delle diverse comunità religiose della città. Presente anche il premier canadese Justin Trudeau.
Tonight, we gathered in Quebec City as one community, as one country, and as one family. #TousUnis pic.twitter.com/NyHWR0yzqk— Justin Trudeau (@JustinTrudeau) January 31, 2017
“Per me e per tutte le altre persone, musulmani o non musulmani – dice una donna presente alla manifestazione – è molto difficile. Perché se riesci a uccidere una persona non sei un essere umano. Non c‘è umanità nel tuo cuore”.
Incriminato intanto Alexandre Bissonette, il presunto responsabile della strage. A suo carico sono stati presentati sei capi d’accusa per omicidio di primo grado,
e cinque capi d’accusa per tentato omicidio. Bissonnette, studente franco-canadese di 27 anni, sulla propria pagina Facebook si definisce simpatizzante di Trump, di Marine Le Pen e delle forze di difesa israeliane.