I cocaleros colombiani protestano e chiedono al governo di mantenere le promesse: a Popayan, capoluogo del dipartimento di Cauca, un centinaio di km a sud di Cali, hanno manifestato in cinquemila per chiedere garanzie.
Il governo e gli ormai ex ribelli delle FARC, nel piano di pace approvato di recente, hanno concordato un’operazione di sostituzione delle coltivazioni di coca, con incentivi finanziati dallo Stato e la collaborazione sul campo degli ex miliziani che con la droga si finanziavano.
“Le zone in cui si coltiva la coca sono molto isolate – dice uno degli organizzatori della protesta -: ci vive della brava gente, contadini che non hanno trovato alternative alla coltivazione della coca perché se coltivano altri prodotti vanno in perdita, non riescono poi a vendere i prodotti legali di cui parla il governo”.
Costi di trasporto troppo alti metterebbero quei prodotti fuori mercato: per questo il governo promette contributi da 317 euro mensili a famiglia per il primo anno, più un versamento variabile per il lancio di progetti autonomi, per un costo di oltre 300 milioni, compresa l’eradicazione della metà della coca colombiana entro quest’anno. Ma i coltivatori delle promesse non si fidano, e hanno creato un coordinamento nazionale.