È uno dei primi effetti della Brexit e del conseguente scivolone della sterlina. A dicembre, l’inflazione in Gran Bretagna è aumentata di più rispetto al previsto e si trova ormai ai massimi livelli dal giugno del 2014.
Secondo i dati dell’Ufficio nazionale di statistica, i prezzi al consumo sono cresciuti dell’1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La previsione si attestava sul più 1,4%, dopo il più 1,2 constatato in novembre.
L’analista James Bevan della CCLA:
Abbiamo avuto una conseguenza immediata dall’indebolimento della valuta. Constatiamo l’aumento dei prezzi di alimentari ed energia. Che il fenomeno sia preoccupante o meno, in effetti dipende dalla sua incidenza sui salari, che ridurrebbe la competitività e quindi, in ultima analisi, il livello dei profitti.
La Banca d’Inghilterra osserva con attenzione l’andamento dei prezzi. Il governatore Mark Carney ha ribadito la necessità di vigilare sul costo della vita, perché i redditi reali delle famiglie non vadano troppo in sofferenza.:
Attualmente le famiglie si preoccupano delle incertezze correlate alla Brexit, i tassi di risparmio stanno cominciando a scendere e il ricorso al credito al consumo accelera notevolmente.
Dopo il referendum di giugno, la sterlina ha perso circa il 20%sul dollaro e il 13% nei confronti dell’euro. Rispetto alla valuta americana si trova ai minimi storici degli ultimi trent’anni.
In più la Banca d’Inghilterra prevede una crescita debole e comunque inferiore ai livelli precedenti nei primi anni dopo l’uscita del paese dall’Unione europea.