La poco mediatizzata guerra nello Yemen, che già prima del conflitto era uno dei Paesi più poveri al mondo, fa nuove vittime ogni giorno, soprattutto tra i civili.
Muoiono, restano feriti nelle sparatorie o nei bombardamenti, o sono costretti a fuggire: centinaia di persone lasciano le loro case nella provincia di Taiz, dove infuriano gli scontri.
Il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite denuncia una situazione catastrofica:
“Ci sono circa 11 milioni di persone in questo Paese che hanno bisogno di varie forme di protezione in termini di diritti umani, per proteggere la loro dignità e la loro sicurezza, e all’incirca altri 2 milioni e 900.000 che vivono attualmente in zone pesantemente colpite, che hanno bisogno d’assistenza legale e di ogni altro tipo, collegato in particolare al fatto di essere rifugiati, o alle violenze di genere”.
“In termini numerici – ha aggiunto – quella dello Yemen è la più grave crisi umanitaria al mondo”.
Dal marzo 2015 sono stati uccisi almeno 10.000 civili, secondo il responsabile umanitario. L’Unicef denunciava la settimana scorsa la situazione dei minori: circa 1.400 bambini uccisi, oltre 2.000 feriti, migliaia di scuole distrutte.