Migliaia di persone hanno continuato a scendere in strada in Messico per protestare contro la decisione del governo del Presidente Enrique Peña Nieto di aumentare il prezzo del carburante a partire dal 1 di gennaio: 20% in più per la benzina, 16,5% in più per il diesel.
“Si alzeranno a catena i prezzi di tutti i principali prodotti di consumo. Gli alimenti più comuni, le patate, la carne. Sono tutti prodotti che viaggiano su ruota e se il costo del trasporto sale, il costo dei prodotti sale” dice Maria Teresa Paredes, una manifestante.
Sabato nello Stato della Baja California, le forze dell’ordine hanno disperso la folla dei manifestanti che avevano preso d’assalto distributori e depositi. Attraverso tutto il Paese almeno 1.500 persone sono state arrestate negli ultimi giorni.
La crisi arriva mentre il Paese comincia a soffrire le prime conseguenze della politica della nuova amministrazione statunitense, con le pressioni di Donald Trump affinchè industrie americane come Ford e General Motors non costruiscano nuovi siti produttivi in Messico.