Il prossimo aprile dovrebbero iniziare i negoziati con l’Unione Europea per la Brexit e il primo ministro britannico Theresa May nega ci sia confusione dopo le polemiche dimissioni dell’ambasciatore di Londra presso la Ue Ivan Rogers e annuncia che illustrerà i dettagli della sua strategia nelle prossime settimane: “Penso che sia sbagliato guardare a questo solo come un problema binario tra il controllo dell’immigrazione ed ottenere un buon affare commerciale. Esiste piuttosto la volontà di raggiungere il migliore accordo possibile sulle nostre relazioni con l’Unione Europea fuori dalla quale vorremmo continuare ad essere in grado di mantenere il controllo sull’immigrazione. Ma nei piani della Brexit abbiamo anche la volontà di ottenere il migliore accordo possibile sulle nostre relazioni commerciali con l’Unione Europea”.
Theresa May’s problems are stacking up, and she doesn’t seem to have a plan https://t.co/wafrGrytCG— The Economist (@TheEconomist) 8 gennaio 2017
Dall’altra parte la Scozia pronta a lanciare la sfida di un secondo referendum sull’indipendenza
dalla Gran Bretagna se il governo conservatore di Londra dovesse
“trascinarla nel baratro” di una “hard Brexit”. “Loro commettono un grosso errore se pensano che noi stiamo bluffando – dice la Primo Ministro scozzese Nicola Sturgeon – Gli scozzesi hanno il diritto di decidere se vogliono essere trascinati nel baratro di una hard Brexit o voler prendere invece il controllo del loro futuro. In ogni caso siamo anche disposti ad accantonare, per ora, un progetto di referendum bis sull’indipendenza se da Londra accettassero una soluzione di compromesso”.
Nicola Sturgeon: ‘I’m not bluffing about indyref2’
https://t.co/TWH3DcDGH9 pic.twitter.com/l8VDDABpUC— The Scotsman (@TheScotsman) 8 gennaio 2017
Resta il fatto che, sempre secondo la Sturgeon, il governo May
non mostra d’avere al momento un piano negoziale chiaro con
Bruxelles.