Si è aperta alla commissione servizi armati del Senato l’audizione dei capi dell’intelligence sulle sospette interferenze russe durante le elezioni americane.
Il presidente della commissione, il senatore repubblicano McCain, ha assicurato che l’obiettivo delle indagini dell’intelligence sugli hacker russi non è mettere in discussione il risultato delle elezioni americane.
Sono stati sentiti il capo del comando informatico, Mike Rogers e il Direttore della National Intelligence, James Clapper che ha affermato come non ci sia nulla di nuovo sotto il sole: “È una storia vecchia che risale agli anni ’60, alla guerra fredda. Sono sempre stati finanziati alcuni candidati e la propagazione di alcuni contenuti disinformativi, ma non mi ricordo di una campagna così diretta e aggressiva per interferire nelle nostre edizioni com‘è accaduto stavolta”.
Nell’audizione al Senato i capi dell’intelligence hanno riferito anche che le cyber minacce arrivano non solo dalla Russia, ma anche da altri Paesi, come Cina, Corea del Nord e Iran.
Molti gli omissis. Clapper non si è sbilanciato quando gli hanno chiesto se quello della Russia fosse un atto di guerra e non ha fornito dettagli del rapporto sugli hacker russi consegnato alla Casa Bianca. Clapper ha ripetuto che non intende fornirli neppure al Congresso che all’inizio della prossima settimana riceverà una versione non secretata del documento.