Cina: anno nuovo, smog vecchio

2017-01-02 3

Il 2017 in Cina comincia allo stesso modo in cui era finito il 2016: nelle grandi città lo smog taglia il respiro.

L’area di Pechino-Tianjin è la più colpita, insieme ad altre 60 località del Nord. L’inquinamento colpisce le zone a forte concentrazione di fabbriche.

Le autorità reagiscono ordinando lo stop della circolazione dei camion e la riduzione della produzione, misure che fanno abbassare un po’ le emissioni nocive, ma non si tratta, ovviamente, di provvedimenti con effetti a lungo termine.

100 µg di inquinanti per m³ d’aria, il massimo dovrebbe essere 10

Il problema si combina a quello del maggior fabbisogno di energia per il riscaldamento in inverno. Molte centrali nel paese funzionano tuttora a carbone e sono dunque altamente inquinanti.

La concentrazione media di microparticelle inquinanti nell’aria è attualmente di 100 microgrammi per metro cubo in queste zone della Cina. Il livello massimo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità è di 10 microgrammi per metro cubo.

Il dato si riferisce alle cosiddette PM2,5 – particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm, ossia un quarto di centesimo di millimetro – si tratta di una polvere toracica, cioè in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specie durante la respirazione dalla bocca.

Per il cosiddetto PM10 – particolato formato da particelle inferiori a 10 µm, cioè inferiori a un centesimo di millimetro, una polvere inalabile, ovvero in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore (naso e laringe) – il limite massimo dato dall’Oms è di 20 µm per m³.

Eppure la Cina, nel 2014 ha dichiarato la guerra allo smog. Visti però gli scarsi risutati fra la popolazione la questione sta diventando argomento di critiche sempre più aspre verso il governo.