Si seguono tutte le piste, e non si scarta né quella dell’attentato terroristico né quella dell’errore umano per la tragedia di Sochi. A rendere le indagini più complicate il fatto che il Tupolev, precipitato con 92 persone a bordo, fosse un vecchio apparecchio con scatole nere non dotate di radioemissore e che debbono quindi essere ritrovate a vista.
Malgrado le dichiarazioni delle autorità russe sembra che per ora almeno le indagini siano a un punto morto: “I rottami dell’apparecchio sono disseminati in un raggio di 500 metri. I frammenti non sono a grandi profondità e noi siamo in grado di recuperarli con la nostra attrezzatura”.
Sono tutti morti i passeggeri, tra i quali i componenti del Coro dell’Armata Rossa. Il velivolo del ministero della Difesa in viaggio verso la Siria dove il coro avrebbe dovuto tenere un concerto nella base russa di Latakia per le truppe nel Paese, si è schiantato all’alba, due minuti dopo il decollo da Sochi.
“La versione più accreditata non considera l’atto terrorista. Siamo piuttosto propensi a credere che la catastrofe sia stata causata da condizioni tecniche o da errori del pilota”, ha detto il ministro dei trasporti russo.
I media nazionali hanno intanto diffuso un audio che conterrebbe l’ultima conversazione tra l’equipaggio dell’aereo precipitato nel mar Nero ed i controllori di volo, in cui non ci sarebbero segnali di problemi a bordo.
Circa 3.000 soccorritori sono al lavoro sul luogo dell’incidente.