Nemmeno negli ultimi giorni dell’amministrazione Obama si attenuano i toni duri nei confronti di Damasco e dei suoi alleati russi a proposito di quanto sta accadendo ad Aleppo, in Siria.
“Gli Usa vogliono una tregua immediata, verificabile e durevole ad Aleppo”, ha affermato l’attuale capo della diplomazia.
Questo almeno fino a quando non si instaurerà il nuovo gabinetto Trump. Le cose potrebbero cambiare se venisse confermato il nuovo segretario di Stato Rex Tillerson, che si è sempre dichiarato amico di Mosca.
John Kerry, per ora, è stato molto chiaro ed ha accusato il presidente Bashar el Assad: “Il regime sta aiutando, favorendo ed eseguendo semplicemente un massacro ad Aleppo”. Kerry ha anche sostenuto che finora la tregua non ha avuto successo per il rifiuto di Assad di rispettare gli accordi.
Aggressivo, ma per altri motivi, anche il presidente turco Erdogan, che da Ankara ha indirettamente attaccato l’Unione Europea: “Se necessario noi ci prenderemo cura di anziani e bambini e di chi si trova in difficoltà proveniente da Aleppo”, ha detto. “Daremo loro protezione”, ha aggiunto.
Gli evacuati da Aleppo però, devono prima riuscire ad arrivarci in Turchia. Secondo media turchi, un convoglio che stava evacuando un altro gruppo di civili è stato costretto a tornare indietro a causa di un attacco da parte di milizie filo-iraniane. E questo nonostante i mezzi del convoglio mostrassero i simboli di organizzazioni umanitarie.