http://www.pupia.tv - Reggio Calabria - Ragazze dell’Europa orientale costrette a vendersi nei pressi delle stazioni ferroviarie di Siderno, Locri e Bovalino, in provincia di Reggio Calabria: il giro di prostituzione è stato smantellato dai Carabinieri del Gruppo Locri, diretto dal tenente colonnello Pasqualino Toscani.
I carabinieri della compagnia di Locri, diretta dal capitano Rosario Scotto Di Carlo, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Locri, Caterina Capitò, su richiesta della locale Procura diretta dal procuratore Luigi D’Alessio, nei confronti di 4 persone, due delle quali, un uomo e una donna rumeni, allo stato irreperibili.
L’indagine, convenzionalmente denominata “Stazioni a luci rosse”, condotta dai Carabinieri della Stazione di Siderno e coordinata dal sostituto procuratore Rosanna Sgueglia, ha portato all’arresto di due uomini del posto, Francesco Oppedisano, 35enne nato a Locri e residente a Siderno, e Giovanni Macrì, 57enne di Siderno. Oppedisano e i due rumeni ricercati, sono accusati in concorso di sfruttamento della prostituzione. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe sfruttato ragazze dell’Est, rumene, bulgare e moldave, giunte in Italia con false promesse e poi costrette a prostituirsi nei pressi delle stazioni ferroviarie di Siderno, Locri e Bovalino.
Oppedisano avrebbe messo in contatto i clienti con le prostitute, custodendo gli effetti personali delle ragazze mentre erano in compagnia dei clienti, rimanendo nei paraggi, pronto ad intervenire in caso di problemi tra le prostitute e i clienti. I due rumeni, in concorso fra loro, con percosse e minacce di morte, nonchè trattenendo i documenti di alcune donne, le controllavano a distanza prendendo contatti diretti con i clienti, dando disposizioni sulla somma da richiedere per i rapporti sessuali e percependo i proventi; con l’aggravante di aver commesso il fatto con violenza, minaccia, ai danni di più persone e minori degli anni ventuno.
La donna rumena è indagata anche per aver costretto nel luglio 2012 una giovane connazionale ad interrompere la gravidanza, giunta alla decima settimana, con la violenza e minacce, accompagnadola all’ospedale civile di Locri per farla abortire.
Macrì è accusato, in concorso con Oppedisano, di aver favorito la prostituzione di svariate donne straniere. Pure lui sarebbe stato presente nei paraggi dove le prostitute esercitavano il meretricio, pronto a intervenire in caso di problemi coi clienti e accompagnando talvolta le donne sul “luogo di lavoro” con la propria autovettura. I reati contestati si riferiscono al periodo giugno 2015 e settembre 2016, tra i comuni di Siderno, Locri e Bovalino.
A Francesco Oppedisano gli inquirenti contestano la recidiva reiterata, specifica ed infraquinquennale. Oppedisano e Macrì sono stati condotti rispettivamente nel carcere di Locri e agli arresti domiciliari.
Nel corso dell’attività sono state censite oltre una dozzina di giovani donne di origine rumena, bulgara e moldava per le quali la polizia giudiziaria proporrà provvedimenti amministrativi tali da non consentire loro il rientro nei comuni di Siderno, Locri e Bovalino, interessati all’indagine. (15.12.16)