La decisione tedesca di dire addio al nucleare ha danneggiato alcune aziende, cui spetta un indennizzo. Lo ha stabilito la Corte costituzionale tedesca, pronunciandosi su ricorsi presentati da alcuni gruppi produttori di energia.
La normativa dovrà quindi essere integrata prevedendo risarcimenti.
Il sottosegretario all’Ambiente, Jochen Flasbarth, commenta: “Noi nel governo valuteremo attentamente la sentenza. Entro la scadenza del giugno 2018 modificheremo la legge in modo da tener conto di queste piccole mancanze. La cosa buona è che la Corte ha confermato che non c’era nulla da obiettare sull’iter legislativo nel suo complesso.”
La Corte non si è pronunciata sull’entità degli indennizzi, che saranno definiti da sentenze di tribunali civili. Se il governo si dice soddisfatto, anche le aziende sottolineano quello che per loro è un aspetto positivo della sentenza, cioè il fatto che riconosca i diritti delle compagnie.
“Ciò significa: legittime aspettative, tutela degli investimenti e capacità di generare energia” sottolinea Rupert Scholz, legale rappresentante legale di E.ON. “Violazioni della costituzione sono state riconosciute e ora il legislatore deve fare correzioni. Il tribunale è stato molto chiaro su questo, quindi per le aziende è un verdetto giusto.”
A presentare il ricorso erano state le società E.ON, Rwe e Vattenfall, affermando che la decisione di chiudere tutti gli impianti nucleari entro il 2022 equivaleva a un esproprio.